martedì 13 ottobre 2009

Lo scudo fiscale fra etica e politica


L’intervento di Massimo Paoli introduce nel dibattito sullo scudo fiscale elementi di equilibrato giudizio e si pone alcune domande sul rapporto fra etica e politica-economia.
I lati positivi sono evidenti: rientro di una eccezionale massa di capitali, entrate fiscali per svariati miliardi di euro, possibili investimenti e allocazione di questi capitali per far ripartire l’economia e quindi nuovi posti di lavoro, stipendi, fatturato per le aziende, e infine nuovo fiato alle strutture creditizie provate dalla crisi finanziaria mondiale.
Anche i lati negativi però sono altrettanto fondati e seri. Il condono è troppo a ridosso dell’altro e rischia di diminuire drasticamente il gettito tributario, inoltre crea la sensazione che a pagare siano solo gli onesti e cioè i “soliti fessi”, infine potrebbe riaccendere spirali inflazionistiche prima che sia ripristinata una corretta dinamica dei salari.
Ma, dice Paoli, i pro e i contro non si possono considerare del tutto in equilibrio. Se i primi sono in gran parte legati alla pratica, in senso economico e politico, i secondi si appoggiano e contengono elementi di natura etica, cioè quella sfera della pratica che si rivolge ai “fini” e non ai “mezzi”.
Paoli conosce troppo bene il dibattito interno all’etica moderna e lo sforzo per contemperare fini e mezzi e il loro rapporto reciproco. Se questo tema era indubbiamente presente anche nel mondo antico è almeno da Machiavelli, che fonda l’autonomia della politica, che diviene centrale nel pensiero filosofico. Fra etica delle intenzioni (per brevità l’imperativo categorico kantiano) e l’etica delle conseguenze (ad esempio quella weberiana) ci può e deve essere un rapporto, e se si quale? E inoltre, mentre la prima prevale come presupposto del comportamento personale, lo è altrettanto in quello della società? Infine, valori etici come “giustizia fiscale, senso della cittadinanza e dello stato, senso della democrazia reale” appartengono alla prima, o non piuttosto alla seconda e alla sua progressiva modulazione storica?
Le domande sono molte e tutte molto complesse e di non facili da affrontare in poche righe.
Una osservazione comunque: sembra possibile ottenere lo stesso risultato concreto che si propone lo scudo, senza passare attraverso lo scudo? E se non è possibile, allora l’osservazione che il prelievo del 5% è troppo favorevole, non ci riporta all’interno di un’etica utilitaristica, e cioè del mezzo migliore per ottenere un risultato ritenuto comunque positivo?
In un mio precedente articolo pubblicato su Il Tirreno “Etica e fede sono la risposta” avevo cercato, citando pensatori come Giddens e Dahrendorf, economisti e politici come Salvati e Ranieri, Tremonti e Blair, il papa Benedetto XVI nella sua enciclica “Caritas in veritate”, di riportare il discorso fra sviluppo economico e coesione sociale e etica ad una possibile convergenza, a quel “cerchio incantato” come possibile punto di incontro fra prospettive divergenti o contrapposte.
Che questo tema sia centrale nel dibattito contemporaneo ce lo dice anche Benedetto XVI quando afferma che “..il problema decisivo è la complessiva tenuta morale della società”. (Caritas in Veritate, 51).
L’etica religiosa in questo momento è avvantaggiata, anche sui temi concreti dell’economia e della politica, rispetto a quella laica, per un sistema etico di riferimento che fa discendere l’inviolabile dignità morale della persona umana dal trascendente valore delle norme morali naturali.
L’etica laica si trova invece in difficoltà di fronte ai cambiamenti epocali a cui assistiamo ma non è detto che non possa reagire positivamente.
Credo e mi auguro che dal dibattito, dall’incontro di queste due concezioni, nella loro variegata presenza, possa venire qualcosa di buono, sicuramente di migliore rispetto a certe discussioni di questi ultimi mesi e giorni.
A Massimo Paoli il merito di aver ripreso questi temi, e la richiesta di un impegno a discuterne pubblicamente quanto prima.

Guido Guastalla
Presidente Società aperta - Fondazione Magna Carta

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