lunedì 22 giugno 2009

Sapere e` potere

L’intervista di Zucchelli all’ignoto dirigente del PD, sicuramente proveniente dal vecchio glorioso partito comunista, è il resoconto e l’interpretazione di un piccolo capolavoro di strategia e tattica politica sul territorio. Forse in altri tempi ciò che è stato fatto non si sarebbe detto, così come Velardi, assessore al turismo della giunta Bassolino a Napoli, ed ex portavoce di D’Alema non avrebbe spiegato nel suo ultimo libro le raffinate tecniche per – dice lui – imbrogliare, cioè cambiare le schede elettorali. Probabilmente questi vecchi dirigenti – il cui nome per la frequentazione di quel partito in tempi lontani potrei azzardare – ritengono che gli avversari non siano così avveduti da farne tesoro.
Innanzitutto l’uso attento, intelligente e spregiudicato dei sondaggi, iniziati molto prima della campagna elettorale; poi la loro interpretazione approfondita e inoltre il non lasciarsi andare mai a facili ottimismi; infine il mettere in campo tattiche, diversivi e strategie spregiudicati, duri, adeguati e rapidi rispetto ai problemi che di volta in volta si presentano.
Mi meraviglio invece che Lamberti, un po’ ingenuamente, si meravigli della campagna diffamatoria nei suoi confronti: non se ne era mai accorto perché stava dall’altra parte della barricata: ma i comunisti questi metodi li hanno sempre usati in ossequio al detto che il fine giustifica i mezzi. Dopo aver detto che al ballottaggio non avrebbe mai votato per Cosimi, il nuovo PD ricordandosi del vecchio PCI ha subito impugnato l’ascia che involontariamente gli era stata porta e l’ha usata spregiudicatamente contro l’avversario Lamberti, delegittimandolo e affiancandolo all’odiato Berlusconi..
Geniali poi le contromosse militari sul terreno con lo schieramento di truppe e comandanti capaci di contrastare efficacemente e annullare le mosse avversarie; e allora il Mario Penco inviato nei quartieri nord, insieme a Del Corona e Susini, Terreni e Cantù (recuperato in extremis)e la Pampaloni, già vice di Susanna Mainardi, utilizzata in Corea per contrastare la vecchia dirigente passata al nemico Lamberti.
Si poteva pensare che la struttura organizzativa, la conoscenza sezione elettorale per sezione elettorale propria del vecchio partito fosse venuta meno insieme alla cultura e alla ideologia politica e culturale. E invece questa intervista conferma che se qualcosa è sopravvissuto è proprio l’aspetto organizzativo. D’altra parte, vedendo da vicino come si muove questa ringhiosa macchina da guerra, questo lato della realtà della struttura partitica, personalmente, lo avevo capito già da tempo. La difesa spasmodica sul piano politico, economico e sociale consistente di un di potere che permane da oltre sessant’anni doveva rendere accorti tutti i possibili assedianti del palazzo del governo locale circa la determinazione a difendersi con ogni mezzo.
Dice giustamente il ministro Matteoli che bisognerà lavorare senza sosta nel futuro; io aggiungerei che bisognerà lavorare per conoscere sempre più e sempre meglio la realtà socio-antropologica ed economica di questa città; realtà in continua evoluzione e cambiamento e quindi da aggiornare di volta in volta. In questo senso Livorno può rappresentare un vero e interessante laboratorio politico: si tratta di capire fino a che punto il blocco degli interessi che permette alla classe politica ed economica pubblica (partito, amministrazione, Compagnia portuali, Cooperative, Camera di Commercio, Ospedale e Sanità) di tenere in ostaggio e agganciata al proprio carro la categoria degli imprenditori e professionisti privati nella prospettiva di una mera conservazione dell’esistente sia possibile, nella prospettiva di una globalizzazione e concorrenza internazionale che non fa più sconti a nessuno, senza provocare un declino economico sempre più accentuato e un distacco di spezzoni di società civile, incluse le nuove generazioni: è su questo terreno che si giocherà il potere amministrativo di Livorno.
Diceva alla fine del XVI secolo il primo grande filosofo empirista e pragmatico, Francesco Bacone: “Il dominio dell’uomo consiste solo nella conoscenza: l’uomo tanto può quanto sa”.
Il PD livornese ha inoltre messo in pratica un decisivo insegnamento che un secolo e mezzo prima di Bacone, Niccolò Machiavelli, fondatore della scienza politica moderna, aveva indicato: è solo la potenza del mezzo che rende possibile la realizzazione del fine giusto. E’ questo il motivo per cui i profeti disarmati caddero in disgrazia.
E allora penso che nei prossimi anni chi vuole sfidare questa macchina da guerra, sia pure arrugginita e ansimante, dovrà anzitutto conoscerla e conoscere la città e i suoi meccanismi di crescita, di declino, di trasformazione, per evitare il destino di continuare ad essere sconfitti.

Guido Guastalla
Presidente Società aperta – Magna Carta

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