lunedì 20 aprile 2009

La Conferenza Onu sul razzismo, aperta in nome del negazionismo


Si apre oggi a Ginevra la Conferenza delle Nazioni Unite sul tema specifico del razzismo, e dei diritti umani in generale.
Il Presidente dell'Iran, Ahmadinejad, sarà l'ospite più importante ed illustre della prima giornata.
Questo fatto ha una forte valenza simbolica se si considera che il presidente iraniano ha ripetutamente negato l'esistenza, la veridicità storica di quello che è stato il più grave atto di razzismo del novecento: l'Olocausto.
Assegnare praticamente l'apertura dei lavori, all'ex pasdaran khomeinista è indice del "clima" che regnerà sovrano durante questa conferenza, e di come i paesi islamici, principali autori del documento che sarà discusso in questi giorni, riescano a trovare una straordinaria unità in nome dell'antisionismo e dell'antisemitismo.
In realtà, se l'obbiettivo principale dei paesi islamici rimane Israele, l'intero occidente rischia di veder pubblicato un documento che vorebbe limitare la libertà d'espressione, di parola e di stampa, presentando qualsiasi critica all'islam come una forma intollerabile di razzismo.
Per questi motivi i governi italiano, americano, tedesco, olandese, australiano,canadese e ovviamente israeliano hanno avuto ragione a disertare questa conferenza.
Sicuramente sarebbero stati in minoranza e avrebbero finito per legittimare posizioni intollerabili, rischio che corrono Francia, Gran Bretagna e Vaticano presenti invece a Ginevra.
La presenza della Gran Bretagna in contrasto con la posizione americana rappresenta una rottura rispetto al recente passato, quando in nome della "special relationship" che li ha sempre legati, i due paesi hanno sempre tenuto posizioni comuni.
A tal proposito, si deve ricordare quando sia Ronald Reagan sia Margaret Tatcher, ritirarono le loro delegazioni dall'Unesco, in quanto quest'organo aveva equiparato il sionismo al razzismo.
Molto probabilmente la posizione britannica è legata a problemi di politica interna.La Gran Bretagna, infatti, ospita al suo interno una niumersissima comunità musulmana, proveniente soprattutto dal Pakistan, che in diverse occasioni ha dimostrato la sua capacità di mobilitazione.
L'esempio migliore dell'efficacia della comunità musulmana, o almeno della sua parte radicale e fondamentalista, a ottenere successi è la legittima 'esistenza, di tribunali che applicano la sharia.
Infine è importante rilevare, come il governo Berlusconi, confermandosi l'esecutivo più vicino a Israele della storia della Repubblica, sia stato tra i primi e più decisi sostenitori del boicottaggio.
Al contempo, se ovviamente non stupisce il silenzio sulla vicenda della sinistra "orgogliosamente comunista" da sempre sostenitrice dell'equiparazione sionismo uguale a razzismo, colpisce il silenzio del Pd.
Una sinistra che vuole essere moderna, europea,credibile, non può su un tema come questo non condividere la scelta del governo.

Alessandro

2 commenti:

  1. Già la linea del PD è abbastanza fatta di tappe obbligate.
    In Italia starà con la CGIL.
    In Europa con il PSE.
    E in Medio Oriente con HAMAS.
    Figuriamoci allora gli altri.
    Ormai la stagione di Veltroni dei tentativi(per me di facciata) di rinnovamento a sinistra sono finiti.
    L'opposizione italiana sta facendo un veloce e sensibile salto all'indietro.
    Questo potrà anche portare dei benefici a livello di consensi, ma per il Paese è una bruttissima notizia.

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  2. Brutta cosa questa conferenza che dovrebbe essere contro il razzismo e invece, come la sua predecessora del 2001, ne sarà l'esaltazione. Almeno questa volta gran parte degli Stati europei hanno reagito a fianco di Usa e Israele, ma gli altri? E le ong? :(

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