mercoledì 15 aprile 2009

Morire per la libertà d'espressione.



"Cos'è la libertà?. Non lo so, ma so che un giorno vedrò la sua ombra scendere sulla mia terra".
Questo è ciò che scrisse Omidreza Mirsayafi nel suo primo post da blogger, nel settembre 2006.
Omidreza aveva un blog di cultura e musica ed era orgoglioso di essere persiano ma, ha commesso il terribile crimine di anelare la libertà.Questo è un crimine che, in tutti i totalitarismi da quello comunista a quello nazista a quello islamista, si paga con la morte.
Omidreza è stato "suicidato" due settimane fà nel carcere di Evin, il carcere di massima sicurezza dove vengono detenuti i nemici di Allah, i cospiratori le spie sioniste e americane.
Nello stesso carcere, l'anno scorso, la giornalista canadese di origini iraniane, Zahra Kazemi, fu massacrata dai poliziotti.
Nella stessa prigione è detenuto Hussein Derakhshan,un blogger,imprigionato con l'accusa di essere una spia sionista perchè dichiarò al Jerusalem Post di voler costruire un ponte tra il popolo iraniano e quello israelieno.
Nelle celle vicine sono detenuti anche l'economista Abbas Khrosandi, colpevole di aver fondato un partito non approvato dagli ayatollah, e Parvin Ardalan, giornalista responsabile di "dichiarazioni antisistema".
Coloro che, in Europa e negli Stati Uniti, in nome di un realismo che spesso diventa una resa suggeriscono aperture incondizionate nei confronti del regime iraniano, dovrebbero riflettere sul destino di persone che, solo per il fatto di esprimere la loro opinione sono incarcerati o uccisi.
Allo stesso modo quegli intellettuali di sinistra che parlano di regime berlusconiano in Italia, dovrebbero vergognarsi perchè sminuiscono il valore della libertà e le battaglie di coloro che per essa arrivano a morire.
Termino il post con una frase di Omidreza:"Vivere nel paese di Khomeini è nauseante, vivere in un paese il cui presidente Ahmadinejhad è una grande vergogna.Vivere in un paese che si fà chiamare Repubblica Islamica è una disgrazia".

Alessandro

4 commenti:

  1. La spiacevole storia di Omidreza è quella di altre migliaia di persone nel mondo che non vedono riconosciuto il loro diritto a pensarla diversamente e lottano per la sua affermazione, ma purtroppo queste singole voci sono troppo flebili per sovrastare il rumore mediatico delle grandi testate che presentano i loro persecutori come alfieri della libertà, vincitori dall'appressore americano o sionista che sia.

    Noi blogger italiani non abbiamo le possibilità di liberare questi detenuti ma abbiamo il dovere di contrastare in casa nostra quella melassa che cerca ogni giorno di annichilire le nostre menti.

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  2. Eppure coloro che governano quei Paesi in Occidente hanno tanti ammiratori.
    E' il dramma della libertà.
    Quando ce n'è troppa ci si stufa troppo facilmente di lei.

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  3. Michelangelo, benvenuto, hai ragione questo mito del dittatore e del guerrigliero sanguinario e assassino che però resiste all'oppressore occidentale e in particolare sionista /americano è ben presente da noi.
    In particolare, tra quei radical chic spesso "figli di papà" della buona borghesia che godono delle libertà della società occidentale.
    Massimo Fini, di cui non condivido un'opinione, diede una giusta definizione di costoro: " i ragazzi pistola e champagne" perchè di giorno facevano i rivoluzionari, di notte festeggiavano negli attici.

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  4. Benvenuto Mamba, il tuo intervento mi ha fatto ricordare il dialogo tra il Grande Inquisitore e Cristo nei Fratelli Karamazov.
    Il Grande Inquisitore rinfaccia a Cristo proprio il fatto di aver aumentato la libertà dell'uomo con tutto quello che ciò comporta in termini di violenza povertà brutalità.
    Al contrario l'uomo preferisce che qualcuno lo liberi dal peso di dover decidere, dal peso di essere libero preferendo che qualcun altro gli dica cosa fare, come, dove quando.
    In europa e in Italia, costoro sono molti soprattutto sia nell'estrema sinistra sia nell'estrema destra.
    Non a caso costoro difendono ed esaltano i vari Chavez,Ahmenadinejhad, Hamas etc

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